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CANNIBAL CORPSE "Chaos Horrific" (Recensione)


Full-length, Metal Blade Records
(2023)

I Cannibal Corpse sono condannati a suonare alla Cannibal Corpse. La loro musica è così definita e specifica che nessuna deviazione è ammessa. Destino dei grandi gruppi metal, obbligati a restare legati ad uno stile che in qualche modo hanno aiutato a forgiare e a far crescere. Per fortuna i Cannibal Corpse sono condannati a suonare il loro brutal death metal. Non ci sono deviazioni. Non ci sono cambiamenti. I sovrani indiscussi restano saldamente ancorati al loro trono. E dopo trentacinque anni, sedici full-length in studio pubblicati e l’età che irrimediabilmente avanza, tutto questo non è affatto scontato. La loro musica è fisica oltre che tecnica. 

Con tutto il rispetto, non stiamo parlando dei Rolling Stones che a ottant’anni suonati continuano a suonare il solito giro blues: altri tempi, altra generazione, altro stile musicale. I Cannibal Corpse continuano imperterriti a produrre album con cadenza regolare: delle macchine! In “Chaos Horrific” il suono pesante e possente delle chitarre al solito non lascia indietro la sezione ritmica che riveste un ruolo centrale nel creare la base su cui ruota tutta la musica della band. George Fischer continua a vomitare growl della migliore qualità. Il fattore incredibile di questa proposta è da risultare accessibile nella sua furia estrema, mantenendo un suo senso armonico (“Pitchfork Impalement”) che una parte consistente di gruppi estremi non ha, concentrati nell’essere più estremi possibile, perdendo il filo conduttore delle loro composizioni e proponendo solo un agglomerato di riff. A tal proposito avrei un elenco di gruppi da utilizzare come esempio, ma non voglio scatenare haters quindi terrò l’elenco ben custodito nella mia cassaforte. 

Di contro, sarà per questa ragione che i Cannibal Corpse sono seguiti da schiere di fans, ed hanno fatto numeri importanti nelle vendite di dischi quando questo aveva ancora un senso. Su ”Choas Horrific” li ritroviamo a vomitare addosso all’ascoltatore un magma bollente di riff contorti, con continui cambi ritmici, armonizzazioni di chitarra, assoli brevi e funambolici, velocità estreme alternate a tanto groove, con pesanti rallentamenti ad estremizzare ulteriormente la proposta. La produzione di Erik Rutan, una garanzia, è impeccabile e permette alla musica di uscire aggressiva e allo stesso tempo nitida in tutti i suoi passaggi (“Pestilential Rictus”). E sfido i soliti fuori contesto, del questo è solo rumore, a dire che questo è solo rumore. 

Questa, amici cari, è arte estrema. Nient’altro. La copertina, come da tradizione, si presenta con temi splatter che in qualche modo ricalcano il titolo dall’album. E adesso li voglio vedere sul palco dell’Ariston a spettinare le perfette capigliature delle solite cariatidi dell’italietta bene. In “Chaos Horrific” non ci sono filler. Chi conosce i Cannibal Corpse sa già cosa aspettarsi. Chi non conosce i Cannibal Corpse, continuerà ad ignorarli. Adesso prendete “Chaos Horrific” e ascoltatelo tutto, dall’inizio alla fine, e godetene tutti, nel nome del brutal death metal.

Recensione a cura di John Preck
Voto: 85/100

Tracklist:

1. Overlords of Violence 
2. Frenzied Feeding 
3. Summoned for Sacrifice 
4. Blood Blind 
5. Vengeful Invasion 
6. Chaos Horrific 
7. Fracture and Refracture 
8. Pitchfork Impalement 
9. Pestilential Rictus 
10. Drain You Empty

Line-up:
Alex Webster - Bass, Songwriting 
Paul Mazurkiewicz - Drums, Lyrics 
Rob Barrett - Guitars, Songwriting 
George "Corpsegrinder" Fisher - Vocals
Erik Rutan - Guitars, Vocals (backing)

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