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DON GASTRO “De Wasted” (Recensione)


Full-length, Independent
(2023)

Da Pordenone, città natia dei Tre Allegri Ragazzi Morti, tra le più interessanti realtà alternative della musica pop rock italiana, giunge questo bruciante esordio dei Don Gastro, progetto nato solo nel 2021. I Don Gastro, nome particolare, ma se volete sapere chi sia questo personaggio, dovrete ascoltare la conclusiva “D.N.D.”, prestare attenzione alla storia narrata dal giullare “Giotto” ed arrivare fino alla fine dei suoi lunghi minuti per scoprirlo. 

La band è autrice di sei brani, tutti mediamente lunghi. I ragazzi non si fanno problemi di minutaggio e sviluppano i loro temi musicali dilatando le canzoni senza limitarne la durata, ma lasciandole viaggiare indisturbate fino alla fine della loro corsa. D’altronde la loro musica si presta all’estensione, muovendosi a cavallo tra stoner e psichedelia, tenendo i ritmi mediamente lenti, senza mai sfociare nel doom, con un substrato rock portato in dote dal cantato del già menzionato “Giotto”, che con il suo stile molto rock punk traccia una linea sullo stile ed i contenuti espressi, con testi senza peli sulla lingua, cantati in italiano, inglese ed anche spagnolo. Istrionico ed incazzato, delirante e spiazzante, il cantante è nel bene e nel male l’epicentro della band. Tutto ruota intorno alla sua interpretazione, tra cantato e parlato (spoken word?) nonostante i lunghi viaggi sonori strumentali come nella lunga (infinita?) “Diabolis Cyprinodon”. 

Musicalmente parliamo di un stoner piuttosto lineare, ben suonato, ma che non porta a particolari sussulti, con chitarre grasse ed una base ritmica solida ma che non sale mai sugli scudi, restando sempre nelle retrovie. Risalta l’ottima produzione con un suono ampio e profondo e fa emergere un buon groove di fondo. Sicuramente il desert rock americano è un importante punto di riferimento, basta sentire “Dokuhedoro” per capire le coordinate stilistiche della band, con pesanti riff in odore di acidità. Nonostante sia un esordio, “De Wasted” dimostra da subito una buona personalità, attraverso un suono maturo ed un approccio senza tentennamenti.

Recensione a cura di John Preck
Voto: 65/100 

Tracklist:
1. Della Paura
2. Dokuhedoro
3. Diabolis Cyprinodon
4. Destripario
5. Do Not Resuscitate
6. D.N.D.

Line-up:
Nicola Bedin - Bass
Manoj Lucchetta - Drums, Synthesizers
Pablo Raspa - Guitars
Andrea "Pacca" Paccagnin - Guitars, Synthesizers
Gabriele "Giotto" Sorentini - Vocals

Web:

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