Vuoi qui il tuo annuncio? Scrivi a: hmmzine@libero.it

SARLIC BLISS "Brægn Hæft" (Recensione)


Full-length, MDD Records 
(2023) 

Ci sono progetti che vedi crescere, come piante cui hai assistito alla semina che piano piano germogliano, poi diventano arbusti e infine solidi alberi: in questo caso, non un’acacia in un verde prato ma una mangrovia in una palude mefitica. È quello che mi è accaduto con i Sarlic Bliss, progetto nato durante il duro periodo del covid: periodo in cui tanti artisti e band hanno affrontato difficoltà dovute all’arresto del music business ma altri hanno trovato nella disperazione l’humus per incanalare le energie creative in nuovi progetti. Daniel Fischer (Midnattsol) al basso e tastiere e Jochen Thurn (Bann) alla voce non sono di primo pelo, ed hanno trovato nelle chitarre di Daniel Mackert e Flavius Serban e nelle pelli di Maximilian Stipp l’ideale completamento della line-up per mettere in musica le sensazioni emerse durante quel periodo oscuro. 

Il primo vagito del progetto nel 2022 con la pubblicazione del video “Darkest Desire”, apripista di un full-length che vedrà la luce (o meglio, il buio) il prossimo 2 novembre con il titolo di “Brægn Hæft” per la MDD Records sulle piattaforme di streaming ed in CD. Un pianoforte malinconico introduce una voce grave in uno stile che ricorda molto i Saturnus, ma le somiglianze con il combo death-doom danese si fermano qui: il brano incede solenne sorretto dalle chitarre e dalla ritmica fino ad un’inatteso breakdown di puro black metal in cui Jochen è perfettamente a suo agio anche con un growl non troppo cavernoso che sconfina in territori scream. 

È questa la cifra stilistica dei Sarlic Bliss: una solida base di death-doom melodico che si alterna ad influenze post-black e talvolta prog, come le successive “Lust” introdotta da un arpeggio sognante cui si sovrappone un violino synth sviluppando una progressione armonica mai banale e “Flotian Sweft”, sostenuta da pad eterei e dalla grande capacità espressiva di Jochen. Tutti i sei brani che compongono l’album, della durata di oltre 46 minuti, si sviluppano secondo schemi circolari, ognuno di essi è una piccola opera metal in cui diversi movimenti si intrecciano a creare un clima sospeso tra rabbia e rassegnazione. Il climax emotivo del lavoro è raggiunto dalla minacciosa “The Truth Within”, in cui una melodia sinistra creata da archi synth deflagra in un connubio affascinante tra funeral doom e black metal, in una struttura drammatica e dissonante che richiama alla mente i primi Cathedral. “Invidia” si offre come naturale anticlimax allontanando l’ascoltatore da certe atmosfere tossiche, ma la pausa è solo momentanea: la tensione creata dall’alternarsi delle fasi musicali non offre mai un vero rilassamento. 

La conclusione dell’album è affidata a “Departed Grace”, della quale è già disponibile il lyrics video, peraltro realizzato in modo molto creativo: le liriche (che fanno spesso ricorso ad anglicismi arcaici, per sottolinearne il carattere decadente) non sono in sovraimpressione, ma vengono vergate a mano su una pergamena. Introdotta da una sottile pioggia autunnale che contribuisce a creare l’atmosfera, il brano è impreziosito dalla voce ora angelica e pulita, ora graffiante nello scream, della bellissima e gelida Gogo Melone, poliedrica artista che recita nel video ed autrice anche della cover. Dopo aver attraversato lidi inattesi puntellati da un mellotron avvolgente, probabilmente il vertice espressivo dell’album, un piano delicato ci accompagna con dolcezza verso la fine, consapevoli di aver terminato un viaggio affascinante a lungo atteso.

Recensione di mu:d
Voto: 90/100

Tracklist:
1. Darkest Desire
2. Lust
3. Flotian Swefn
4. The Truth Within
5. Invidia
6. Departed Grace (feat. Gogo Melone)

Web:

Nessun commento