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Intervista: RABHAS


Freschi della realizzazione del loro terzo album, i death metallers bolognesi Rabhas si consolidano come realtà da seguire per vari fattori, e soprattutto per la loro capacità di creare qualcosa di nuovo all'interno del genere. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere virtuali con il batterista Alessandro "Sguicio". Buona lettura!
PS: A questo link trovate la nostra recensione di "Proaganda Antiumana".

01. Ciao e benvenuti su Heavymetalmaniac.it. Partiamo dal vostro monicker, cosa significa di preciso?
Ciao e grazie per l’opportunità, io sono Alessandro “Sguicio” il batterista e fondatore della band. RABHAS deriva dal sanscrito e significa “rabbia, impeto”. Fu il nostro ex chitarrista a proporre questo nome nel lontano 2010, infatti originariamente ci chiamavamo “Beata Ignoranza”; appunto, l’idea originaria era quella di comporre musica estrema Death/Grind grezza ed ignorante. In seguito, cambiammo nome semplicemente perché non ci piaceva più e trovammo RABHAS più calzante alla nostra musica ed alle nostre atmosfere. Inoltre, con l’avvento de bassista Daniele “Preck” dopo pochi mesi dalla formazione del gruppo, le composizioni presero una piega tutt’altro che ignorante, ma molto più articolate ed oscure.

02. "Propaganda Antiumana" è il vostro ultimo album, ne vogliamo parlare?
Certo! I brani contenuti in “Propaganda anti umana” sono stati scritti parecchi anni prima delle registrazioni e sono il frutto di ore ed ore passate in sala prove da me e il bassista Preck. Dopo l’uscita del primo chitarrista dalla band, ci trovammo con una manciata di brani per lo più inconclusi. Pur non avendo trovato subito un sostituto alle chitarre, io e Preck non ci perdemmo d’animo e decidemmo di continuare il progetto anche da soli e con all’epoca, alla voce, il buon vecchio Pico. Con l’ingresso di Maurizio “Fischio” alle chitarre ed in seguito di Lucio “L” alla voce, riuscimmo finalmente a concludere gli arrangiamenti, i suoni, i testi e quant’altro necessario alla realizzazione dei 9 brani contenuti in “Propaganda anti umana”; perciò, quest’ultimo album rappresenta la perfetta commistione e la sinergia di noi quattro: L, Fischio, Preck e Sguicio. È sicuramente un lavoro pesante e oscuro, per certi versi un esperimento musicale, infatti, l’ascoltatore potrà rilevare le diverse sfaccettature.

03. Quali sono le band che vi hanno influenzato agli esordi e quali ancora hanno un certo peso per voi?
Potrei fare un elenco infinito di band che ci hanno influenzato e che tuttora hanno un peso per noi: Morbid Angel, Pestilence, Napalm Death, Cripple Bastard, per citarne alcune. Da grandi fruitori di musica quali siamo e, con questo voglio includere non solo l’ascolto di vinili, CD e streaming, ma anche la frequentazione dei concerti live, le influenze sono molteplici e varie sia per artisti che per genere.


04. Parliamo un po' di come nasce solitamente un vostro brano e in generale del processo compositivo e di registrazione.
Solitamente i nostri brani nascono da un’idea che ovviamente si manifesta tramite riffs o pattern di batteria che portiamo in sala prove e che si sviluppano fino a pezzo compiuto suonandoli insieme. A volte l’idea può nascere semplicemente anche da un’ispirazione rispetto ad una tematica. Per quanto riguarda le registrazioni abbiamo sempre optato, per tutti e tre gli album, di effettuare le riprese audio nella nostra sala prove privata (Box 97) perché crediamo che l’autoproduzione “DIY” sia un valore aggiunto, che ci dà massima libertà nei tempi di registrazione e inoltre non vi sono interferenze esterne alla band. Per noi, che siamo della vecchia scuola e abbiamo “‘na certa”, è una grossa soddisfazione. Per i primi due album ci siamo fatti aiutare da Marciano, un amico esperto nel campo, mentre per “Propaganda anti umana” le riprese sono state effettuate dal nostro chitarrista e tecnico del suono Fischio che è fornito della strumentazione completa e necessaria a tale scopo.

05. In questi anni ci sono stati cambiamenti di line-up? Quali i più importanti?
Dopo anni senza un chitarrista, ci tengo a ricordare che il primo chitarrista uscì dalla band per motivi famigliari, io e Preck abbiamo avuto un lungo periodo puramente compositivo, ma nel 2016 la svolta! Infatti abbiamo avuto un importante cambio di line-up: inizialmente è entrato Fischio, mio amico fin dai tempi delle scuole medie, con cui ho avuto anche altri progetti musicali; poi dopo l’uscita dell’ex cantante Pico dalla band per motivi personali siamo riusciti ad entrare in contatto con L, il quale si è mostrato subito entusiasta del nostro progetto. Da lì in poi ci siamo adoperati per completare i brani che fanno parte del nostro ultimo album di cui consigliamo vivamente l’ascolto.

06. Cosa pensate che offrano i Rabhas di diverso in ambito death metal?
Credo sia difficile incasellare l’offerta dei Rabhas in un genere ben preciso, sicuramente il nostro stile è Death metal ma con influenze Thrash, Grind/hardcore psichedelia e Doom. Rispetto a questa domanda mi piacerebbe sentire le opinioni di chi ci ascolta ma se proprio devo, penso che i Rabhas offrano un mix corrosivo di sonorità che con l’apporto dei nuovi membri si sono arricchite di atmosfere che vanno al di là dei generi.

07. Cosa significa per voi suonare death metal?
Immergerci dentro queste sonorità per noi significa evasione totale dall’ipocrisia e dal degrado umano che ci circonda e che ci disgusta, per noi non è semplicemente musica, è ciò che ci tiene in vita.

08. Cosa pensate della fruizione della musica di oggi? Siete a favore della digitalizzazione o pensate che abbia in qualche modo danneggiato la musica, e soprattutto le piccole band?
Da “ragazzi di una volta” quali siamo, la digitalizzazione non è qualcosa a cui siamo stati abituati; normalmente ascolto musica in formato fisico (CD e vinili) anche se non disdegno talvolta di scoprire nuove band sui canali di streaming. Ormai il digitale pervade qualsiasi aspetto della nostra vita e quindi anche il campo musicale, probabilmente questa saturazione danneggia soprattutto le piccole band, nonostante ciò anche noi abbiamo pubblicato i nostri lavori in rete (YouTube, Spotify, ecc.). La nota positiva è che tramite lo streaming si riesce a far ascoltare più facilmente la propria musica in giro per il mondo.

09. Ragazzi abbiamo finito, concludete come volete l'intervista!
Ringraziamo di nuovo la redazione di “Heavymetalmaniac.it”. Vista la domanda aperta ci facciamo un po’ di pubblicità esortando i lettori ad andare ad ascoltare il nostro ultimo lavoro di cui siamo pienamente soddisfatti e, se piacerà, di contattarci per averne una copia.


Intervista a cura di Interceptor

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