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Intervista: UMBRA NOCTIS


Gli Umbra Noctis tornano con un terzo album convincente, "Asylum", che abbiamo avuto il piacere di recensire. Una realtà black metal potremmo dire quasi storica del panorama italiano che ha ancora molto da dire. Risponde alle nostre domande il cantante Filippo Magri.

01. Ciao e benvenuti su Heavymetalmaniac.it. Partiamo dal vostro monicker, cosa significa di preciso?
Ciao e grazie per l'opportunità. Mah, ti dovrei rispondere che l'ombra della notte (Umbra Noctis), per come la intendiamo noi, rappresenta la parte più recondita della nostra coscienza. Quell'aspetto della nostra interiorità che ci spinge a fare i conti con noi stessi, a far emergere le nostre ambiguità e le nostre debolezze, quel qualcosa che scatena una presa di coscienza di quanto non torna e ci pone davanti un bivio. Vivere o sopravvivere. In realtà, per quanto mi riguarda, sarei più onesto dicendoti che è un nome brutto che come tanti gruppi black metal abbiamo scelto da ragazzi, e magari col senno di poi cambieremmo con qualcosa di meno pacchianotto.

02. "Asylum" è il vostro terzo album, ne vogliamo parlare evidenziando magari le differenze col vostro precedente lavoro?
Parlando a titolo personale, ma credo ivi di rappresentare il pensiero un po' di tutti i miei compari, il precedente "Via Mala" ci aveva lasciato un po' con l'amaro in bocca. Mentre "Asylum" credo sia davvero un buon album. So che qualsiasi band intervistata è normalmente solita affermare che l'album in uscita è "il migliore di sempre", ma è altrettanto vero che raramente qualcuno parla invece dell'album precedente come di un flop. Insomma, "Via Mala" conteneva dei pezzi veramente fighi a cui siamo tuttora molto legati, alcuni forse fighissimi, ma ci siamo davvero impegnati per rovinarne la resa. Sbagliammo la scelta dello studio di registrazione, registrammo male e di fretta, arrivammo impreparati e con arrangiamenti brutti brutti (brutti "fess", diciamo dalle nostri parti). Infine, mea culpa, devastai il tutto con una prestazione vocale tutt'altro che degna di nota. Ne uscì un album un album un po' anonimo e sottotono, e mi fermo qui con il passato remoto il cui utilizzo a noi lombardi è proibito per legge. Ma si sa, fare black metal è un po' per infrangerle, le leggi. Per "Asylum" ci siamo presi tutto il tempo necessario, l'abbiamo registrato nella nostra sala prove ed abbiamo fatto tutto come andrebbe fatto. Niente copia-incolla di merda, editing poco e niente e suoni genuini. Lungi dall'essere perfetto, ma è così che volevamo suonasse. Poi per il resto è abbastanza in linea con gli altri nostri lavori, le influenze credo siano abbastanza evidenti e il nostro modo di scrivere non è cambiato granché rispetto al passato. Le prime recensioni sono state molto positive e probabilmente, ad un ascolto superficiale, il nuovo album potrà sembrare molto più diretto e meno melodico dei precedenti. In realtà credo che dentro al suo "guscio" black metal in quest'album ci sia ben poco che possa essere classificato come canonico black metal. C'è parecchio death metal, c'è la passione per il metal nella sua concezione più classica ed anche un'anima abbastanza rock. Da qui il tributo al rock bresciano dei Timoria.

03. Quali sono le band che vi hanno influenzato agli esordi e quali ancora hanno un certo peso per voi?
Siamo tutti nella scena underground da quand'eravamo ragazzini (e adesso siamo decisamente attempati!), alcuni di noi ci sono arrivati dal rock, altri dal metal direttamente, ma senza ombra di dubbio la band che ci ha spostato verso questo tipo di sonorità all'epoca sono stati gli Spite Extreme Wing, e rimangono ancora un'influenza importantissima. Non esclusivamente a livello musicale o di contenuti, ma quella loro ricerca dell' "originarietà" è sempre stata un po' anche la nostra stella polare. Non abbiamo mai voluto assomigliare a nessuno in particolare, nonostante certe influenze è innegabile che possano emergere qua e là, né tantomeno trattare di tematiche culturalmente a noi poco affini. Seguiamo decisamente poco la scena attuale, ma personalmente sono sempre attirato da quelle band profondamente legate al territorio ed alla cultura di appartenenza. Poi le nostre influenze musicali sono molteplici, si va dal black metal di Taake e primi Satyricon al death svedese di Dismember e Hypocrisy, passando per Timoria e Verdena.


04. Parliamo un po' di come nasce solitamente un vostro brano e in generale del processo compositivo e di registrazione.
Normalmente i nostri brani nascono e si sviluppano in sala prove. Qualcuno, quasi sempre Tiziano, porta un riff e da lì parte la costruzione di una canzone. Normalmente la gestazione è lunghissima; oramai siamo anziani e in sala prove si passa più tempo a chiacchierare e sparar cazzate che non a suonare. Comunque sia funziona così: si parte da un riff a cui si aggiungono man mano sezione ritmica e arrangiamenti vari. Mentre alle linee vocali ed ai testi normalmente lavoro io da solo e a posteriori, e capita che ci metta mano mesi dopo la stesura di un brano, quando arriva la giusta ispirazione.

05. In questi anni ci sono stati cambiamenti di line-up? Quali i più importanti?
La band è partita dall'unione di quattro amici ed è rimasta la stessa fino al 2018, gli unici cambi di line-up fino ad allora riguardavano la seconda chitarra. Di secondi chitarristi ne abbiamo cambiati a iosa, poi finalmente è arrivato Filippo che ci accompagna dal 2016. Il nostro ex bassista e membro fondatore Davide ha invece lasciato la band nel 2017, poco dopo l'uscita dell'album Via Mala. Al basso mi ci sono dunque messo io che fino ad allora mi ero occupato solo della voce; non nascondo che la cosa all'epoca cominciava un po' a starmi stretta e, per quanto mi riguarda, è stata un'occasione davvero ghiotta. Ora mi diverto decisamente di più con in mano un basso e partecipo in modo più attivo al processo compositivo. E nel contempo mi sono reso conto di aver qualche difficoltà a cantare, visto che non riesco a fare le due cose insieme e soffro di reflusso gastrico. Da qui la decisione di cercare un nuovo cantante che mi potesse sostituire quantomeno per i concerti, ma sembra che dalle nostre parti i metallari siano diventati più rari dei panda.

06. Cosa pensate che offrano gli Umbra Noctis di diverso in ambito power metal?
In ambito power metal non granchè a dire il vero, ma in ambito black metal potenzialmente un sacco di cose. Non è l'offerta che manca, più la domanda forse. Se ci fossimo fatti problemi in virtù della domanda, avremmo smesso di suonare un sacco di anni fa. Visto che si tende a voler etichettare tutto, di recente ho scherzosamente etichettato gli Umbra Noctis come "goat breeding black / death metal". Ci ho infilato quel "death" perchè, magari si sente poco, ma l'influenza death metal c'è ed è importante; mentre l'allevamento di capre è dovuto al fatto che ormai da anni rompo il cazzo a tutti dicendo che vorrei darmi ad una vita eremitica in alta montagna, in culo ai lupi con quattro capre. Solo che, dovendo fare i conti con chi a casa mia non la pensa come me e di darsi alla vita eremitica non ci pensa neppure, per ora ho confinato i miei desideri ed i miei sfoghi a quel piccolo allevamento black metal che sono gli Umbra.

07. Parliamo un po' delle liriche di questo album e del perchè avete scelto di cantare in italiano.
Con i testi, me ne occupo io da sempre, torno spesso su coordinate già tracciate in passato, e a volte mi rendo conto di essere un po' ripetitivo. Stavolta i testi sono un po' più incazzati e per certi versi più rassegnati che in passato; questi anni recenti della mia vita sono stati segnati da esperienze, positive e negative, che mi hanno fatto molto riflettere e la musica degli Umbra è un qualcosa che mi aiuta a fotografare e cristallizzare alcuni momenti importanti. Non c'è un filo conduttore che lega tra loro di testi di "Asylum". Possono essere frutto di riflessioni fatte durante le mie escursioni solitarie in montagna ("Sentiero 407"), il sogno incredibilmente vivido una persona cara perduta (Incontro), elucubrazioni sul come crescere una figlia in un mondo fottuto, sotto qualsiasi punto di vista, oppure il cercare di immedesimarsi nei pensieri di un povero coglione cui è crollato il mondo addosso ("What if..?"). L'italiano l'abbiamo sempre usato, qualche volta anche il nostro dialetto, semplicemente perché crediamo sia la lingua perfetta per la nostra musica. Inutile ribadire che, anche in questo senso, gli Spite Extreme Wing hanno fatto scuola. In quest'album c'è un primo esperimento in inglese (ma la parte finale del testo è comunque in italiano) e forse rimarrà un caso isolato. Dico "forse" perché, come sempre fatto, andremo a parare dove ci porterà il cuore.

08. Cosa pensate della fruizione della musica di oggi? Siete a favore della digitalizzazione o pensate che abbia in qualche modo danneggiato la musica, e soprattutto le piccole band?
Penso faccia tutto cagare, è tutto comodo e facile da fruire... ma fa decisamente cagare.

09. Ragazzi abbiamo finito, concludete come volete l'intervista!
Grazie a voi per la disponibilità! Se tra i lettori esistesse un metallaro urlatore con accentazzo lombardo orientale (ci servirebbe così!), sappiate che cerchiamo un cantante. Sarebbe davvero bello tornare a fare i cazzoni dal vivo, con l’headbanging sfrenato, le birrette e la cervicale infiammata.


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