BEHEMOTH "The Shit ov God" (Recensione)
(2025)
Dopo anni di album controversi, per non dire scialbi, i Behemoth forse ce l'hanno fatta a tornare, almeno parzialmente, ai loro fasti, quindi a quel periodo compreso grossomodo tra i primi anni Duemila e il 2009, con la pubblicazione di album irripetibili come "Zos Kia Cultus (Here and Beyond)", ma soprattutto "Demigod" e "The Apostasy". Questi due ultimi album citati sono forse il culmine compositivo che ha regalato ai Behemoth la possibilità di uscire definitivamente dall'underground, per abbracciare un pubblico sempre più vasto, e soprattutto non solo devoto al black metal. Si tratta di album di black/death solidi indubbiamente, ma personalmente non ho mai capito perchè io non sia mai riuscito ad empatizzare totalmente con questa band polacca, pur riconoscendone dei meriti oggettivi evidenti e incontestabili.
Ora arriviamo al tredicesimo full-length dei Behemoth che nasce con intenti e caratteristiche diversi rispetto alle due opere che lo hanno preceduto, cioè gli incerti “I Loved You at Your Darkest” (2018) e “Opvs Contra Natvram” (2022). In questo album la band punta su una formula più immediata e la durata complessiva del disco non raggiunge i quaranta minuti totali. Tornano alla ribalta riff tipicamente black metal e il risultato non è male, lo dico subito. Se però è vero che i due brani in apertura, cioè "The Shadow Elite" e "Sowing Salt" convincono appieno grazie ad una veemenza tipica dei tempi migliori, già a partire dalla terza traccia, cioè la title track, si ha la sensazione che la band giri un po' intorno al solito concetto di black/death metal tutto fumo e poco arrosto. Tastiere e alone sinistro accompagnano questa traccia, che sinceramente è stancante nel suo mid tempo protratto fin troppo e privo di guizzi particolari. Come al solito Nergal cerca di ergersi a protagonista della band; le sue vocals sono sempre alla ricerca del ritornello vincente, anthemico, epico, ma la sensazione è che quasi nessun ritornello sia davvero azzeccato. C'è sempre un senso di magniloquenza ostentata in questo album, come se la band dovesse scendere in battaglia contro tutto e tutti, ma fa più la figura dello squadrone senza armi che lotta contro un esercito ben attrezzato...
Insomma, per quanto mi riguarda, le canzoni più convincenti sono quelle dove la componente black metal è più diretta, senza troppi fronzoli. Brani come "Lvciferaeon", "Nomen Barbarvm" e la conclusiva "Avgvr (The Dread Vvltvre)" (per me la migliore del lotto, senza dubbio) sono tra le tracce migliori che l'album presenta, violente e spietate, e qui avrei visto meglio un Nergal che cercasse di cambiare un po' la propria impostazione vocale, rendendola più feroce, e invece abbiamo il solito lamento epico che personalmente non sopporto, in un misto di growl e scream che sa davvero di poco, ma questa è la sua voce da sempre, non è mai migliorata nè peggiorata, semplicemente è così. Altri brani rappresentano dei filler sui quali dominano i mid tempos, pezzi senza una vera intenzione, se non dimostrare una sorta di sapore atmosferico e oscuro che fatica a decollare.
Questo è quanto ci offrono i Behemoth del 2025, un disco prodotto benissimo e suonato altrettanto, ma dove si fatica a trovare un'anima. I Behemoth sono la classica formazione per tutti o nessuno, ma visti i tempi in cui viviamo non fatico a credere che dischi del genere possano spodestare ben altri capolavori della musica estrema, ma forse più settari. Il pubblico metal è cambiato, vuole forse più band vestite ad hoc e che sparano dichiarazioni di dubbio gusto, e quindi i Behemoth sono la scelta perfetta per questi ascoltatori ibridi e un po' ignavi. Ma di fatto, questo album è più che sufficiente ed è migliore dei due precedenti. Accontentiamoci.
Recensione a cura di Sergio Vinci
Voto: 70/100
Tracklist:
1. The Shadow Elite
2. Sowing Salt
3. The Shit ov God
4. Lvciferaeon
5. To Drown the Svn in Wine
6. Nomen Barbarvm
7. O Venvs, Come!
8. Avgvr (The Dread Vvltvre)
2. Sowing Salt
3. The Shit ov God
4. Lvciferaeon
5. To Drown the Svn in Wine
6. Nomen Barbarvm
7. O Venvs, Come!
8. Avgvr (The Dread Vvltvre)
Line-up:
Nergal - Vocals (lead), Guitars
Inferno - Drums, Percussion, Orchestrations, Samples
Orion - Bass, Vocals (backing), Keyboards, Samples
Web:
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