VIOLATOR “Unholy Retribution” (Recensione)
Full-length, Kill Again Records
(2025)
A dodici anni di distanza dall’ultimo album tornano i Violator, band brasiliana che contribuì con “Chemical Assault” del 2006 al ritorno del thrash negli anni 2000, ribattezzato da certa stampa coi termini "neo-thrash" o "pizza thrash" per le sue accezioni più festaiole e orientate alla ripresa superficiale degli stilemi esteriori ottantiani. Ma in quest'ultimo lavoro la band cambia decisamente e si addentra in territori più interessanti.
Prerogativa di artisti che non hanno nulla da dire è pubblicare molto materiale a breve distanza per il solo fatto di non cadere nell’anonimato. I Violator, forti della rinascita di certe sonorità estreme thrash/death del metal sudamericano (pensiamo a band cilene come Demoniac, Critical Defiance) pur senza l’ambizione compositiva di questi act, puntano su un lavoro che non solo li sgancia completamente dal neo thrash che essi stessi rilanciarono, ma si spinge nell’approfondimento di quei lavori come “Pleasure to Kill” o “Eternal Nightmare” che avevano portato il linguaggio del thrash metal ad un livello di feralità e consapevolezza superiore. Lavori, a differenza dei "quattro grandi", poco conosciuti dal grande pubblico ma che ottennero l’immortalità da parte dei fan del metal. Sebbene brasiliani, anziché dei primissimi Sepultura e dei Sarcofago, sono più debitori dei Kreator e dei Vio-lence , dei quali i Violator non si limitano ad emularne i riff e l’attitudine.
Tra i classici power chords thrash presi dal repertorio dei D.R.I. e Suicidal Tendecies infondono momenti riflessivi e mid tempo dove chitarre in tremolo picking di stampo black e armonici creano un senso di oscurità rinunciando un po' al solismo tipico del genere ma guadagnandone decisamente in atmosfera. La voce, un abbaio tipicamente hardcore che rinuncia completamente allo scream e al growl ma anche a qualsiasi melodia, è la più adeguata dimora dei mali sociali.
Tracce come “Cult of Death” tra tritoni e riff in tremolo riescono nell’intento di creare la tensione necessaria a tenere l’ascoltatore incollato ad un album che altrimenti sarebbe l’ennesimo di un contesto revival old school, thrash, speed e black . Il thrash metal è probabilmente l’ultimo stile di metal a potersi considerare “tradizionale”. "Unholy Retribution" dei Violator è un lavoro completamente incentrato sul thrash che non si limita a riproporre stilemi del passato ma li traduce perfettamente nel linguaggio attuale, e questa è per loro una gran conquista.
Recensione a cura di Gabriel Althos Aldo
Voto 80/100
Tracklist:
1. Hang the Merchants of Illusion
2. Cult of Death
3. Persecution Personality
4. Destroy the Altar 0
5. The Evil Order
6. Chapel of the Sick
7. Rot in Hell
8. Vengeance Storm
Line-up:
Batera Bone Crusher - Drums
Capaça Bloody Nightmare - Guitars
Poney Ret Crucifier - Vocals, Bass
Cambito Chains Killer - Guitars
Web:
Bandcamp
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