Intervista: GOAD


Maurilio Rossi coi suoi GOAD compie cinquant'anni di musica. Un periodo lunghissimo all'insegna di un rock progressivo e sperimentale che ha portato alla nostra attenzione un nuovo, ottimo album come "Dusketha", che abbiamo recensito a questo link. Abbiamo parlato con Maurilio e questo è ciò che ci ha raccontato. Buona lettura!

1. Ciao Maurilio e benvenuto su Meavymetalmaniac! Iniziamo subito parlando di "Dusketha". In cosa si differenzia questo album rispetto ai precedenti?
Benvenuti a voi! Se vogliamo parlare di “differenze” queste sono più che altro nell’ennesimo diverso approccio nella composizione e poi nell’arrangiamento dei vari brani, volutamente realizzati in presa diretta su nastri analogici, alla ricerca del suono di tempi lontani, nell’ottica della esecuzione migliore possibile, dopo innumerevoli prove, e poi nella scelta dei suoni con il minor richiamo possibile ai soliti “mellotron-hammond organ”, pur presenti, e con l’utilizzo di un numero di voci  umane” maggiore, di una ricerca dell’atmosfera giusta per ogni brano…spero proprio che si avverta!

2. “Dusketha” segna anche i cinquant'anni di carriera dei GOAD! Come ci si sente ad aver superato questo incredibile traguardo?
Devo confessare che, dal momento che volutamente siamo rimasti di “nicchia” e abbiamo rifiutato ogni proposta di deriva “commerciale”, con case discografiche e agenzie promozionali anche prestigiose, il proseguire nella realizzazione di opere senza sosta non ci ha fatto avvertire molto del trascorrere inesorabile del tempo. Ci sentiamo vivi più che mai e sorridiamo sempre a chi ci chiede, spesso ultimamente, il perchè della limitata notorietà nonostante il valore (?) del progetto artistico.

3. Quali sono attualmente le tue influenze musicali e che peso hanno sulla proposta artistica dei GOAD? E gli altri componenti sono allineati con te in questo senso?
Le mie sono dovute alla musica classica, al blues, al grande rock anni '60-'70-'80 e pure '90, con particolare amore per certi artisti, da James Brown ai Genesis, da Jimi Hendrix (il nostro primo contratto a New York era con etichetta che gestiva gli Electric Lady Land Studios!) a Marillion, dai Nine Inch Nails ai Vanilla Fudge! I miei fedeli musicisti, tutti grandi virtuosi polistrumentisti, in specie Alessandro Bruno e Frank Diddi, hanno gusti simili e anche molte altre influenze, dal jazz puro al grunge.

4. Chi si è occupato dell'artwork di copertina e che cosa rappresenta?
Dopo consultazioni continue con il nostro produttore unico, Francesco Palumbo, avendo un bel catalogo di illustrazioni che realizzo sempre per ogni album, quasi un pro memoria nello sviluppo delle musiche per renderle “ visibili” quasi, un aspetto di GOAD che esiste da sempre, la scelta è caduta su questa immagine di un uomo (un artista? un alchimista? un immaginifico scrittore?) che, bevuta una pozione, forse una sua mistura, evoca tre fanciulle, personificazione delle “arti” oggetto del suo amore. La musica, la scrittura poetica e….?


5. Cosa significa suonare progressive rock per te nel 2025?
Il problema autentico è che noi non ci consideriamo “prog”, è una etichetta che, forse, ci permette di essere identificati con più precisione. Non abbiamo alcun tipo di preconcetto su come comporre o suonare e non ci soddisfa nè ci rende giustizia essere limitati da questa definizione, perchè guardiamo oltre i limiti e non ci scandalizza realizzare spesso semplici “canzoni” con "strofa-strofa-ponte-ritornello”, nè ci facciamo problemi a usare drum machines, effetti per nulla “prog”, etc etc.

6. Quale pensi sia stato il segreto dei GOAD per resistere nel mercato tutti questi anni? E cosa ricordi degli esordi della tua carriera di musicista?
Il segreto? Resistere e lavorare, non deprimersi per rifiuti spesso dovuti soltanto a colpe nostre (come Freddy Mercury nel 1981, occasione di una vita…) non badare alle vendite. Gli esordi? La nascita di GOAD in una stanza dinanzi al mercato centrale di San Lorenzo a Firenze, con pochi strumenti, un registratore a cassette Philips, uno dei primi usciti, 1972, la caccia all’impresario giusto, tanti…e tante idee. Una gavetta infinita…

7. Che cosa vorresti che provassero gli ascoltatori ascoltando i GOAD?
Che entrassero nella dimensione del sogno, che si perdessero nei propri desideri e ricordi, che si trovassero immersi in una realtà aliena da quella consueta godendo letteralmente dei suoni a loro disposizione.

8. Che feedback sta ricevendo "Dusketha" da parte del pubblico e della stampa specializzata?
Mi pare molto positivamente, almeno a leggere le recensioni già uscite….e ho trovato anche recensori davvero attenti che hanno colto l'unicità del progetto GOAD, altri più distratti ma certo pronti a cogliere aspetti molto particolari del disco…

9. C'è stata qualche critica ai GOAD che ritieni ingiusta?
Forse quella sulla lunghezza dei nostri dischi. Io penso che in quella apparente estensione delle opere GOAD ognuno possa trovare quel che anche inconsciamente sta cercando, magari solo un pezzo o due. Nella lunghezza vi è varietà di proposte e quindi di scelta per l’ascoltatore!

10. A te le ultime parole. Un saluto!
A chi ama la musica chiedo di prendersi il tempo di ascoltare non distrattamente “Dusketha”, con qualsiasi impianto a disposizione, in totale relax. Non se ne pentirà e certamente lo riascolterà ancora… Un caro saluto a voi tutti!


Siti ufficiali:
– MY KINGDOM MUSIC: https://linktr.ee/mykingdommusic
– GOAD: https://www.facebook.com/MaurilioRossiGoad

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