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GLI ALBERI: "la morte è necessaria per rinascere" (Intervista)


Gli Alberi secondo noi faranno molta strada. Il loro nuovo album, "Reinhold", ha conquistato la nostra redazione, col suo ventaglio di emozioni e il suo concept davvero affascinante. Potete trovare la recensione del loro ultimo album, a cura del nostro John Preck, QUI. E adesso buona lettura, questa intervista è davvero tutta da leggere per scoprire che dietro a un grande album ci sono delle persone profonde...

01 – Gli Alberi è un nome particolare che fornisce subito un’identità chiara alla vostra band. In un’epoca in cui il tema ecologico è sempre più sentito, qual è il messaggio che volete lanciare ai vostri ascoltatori? 
Non vogliamo che i cambiamenti vengano dalla paura. Spaventare con scenari apocalittici sulla crisi climatica di sicuro è d'effetto, ma noi cerchiamo di avere un altro approccio: la natura, prima o poi, vince. Dopo più di trent'anni di assenza di attività umane, la zona intorno a Chernobyl non è un deserto nucleare come quello di Kenshiro: è verde e piena di giovani foreste e di branchi di animali. Come il Nanga Parbat è immenso e invincibile per gli alpinisti nella storia raccontata in REINHOLD, noi crediamo nel riconoscere la piccolezza dell'attività umana rispetto a ciò che umano non è. Questo a noi non fa paura e ci riempie di speranza. 

02 – E parlando di particolarità, qual è stato l’input che vi ha fatto scrivere un concept album dedicato ad una delle imprese più epiche e drammatiche dell’alpinismo italiano? 
L'idea di scrivere un album sull'ascesa dei fratelli Messner alla parete Rupal del Nanga Parbat nel 1970 ci è venuta in seguito a diverse coincidenze: alcuni di noi sono appassionati di montagna oltre che di natura in generale, volevamo raccontare una storia relativamente poco conosciuta presso il grande pubblico e siamo incappati in ottimi prodotti come la graphic novel Messner di Michele Petrucci o il film Nanga Parbat. Ci siamo detti che era incredibile che su un'impresa così tragicamente grandiosa non esistesse già come minimo un poema epico e che, nel nostro piccolo, sarebbe stato un bene se ce ne fossimo occupati noi. Non sarà l'Odissea né Tre uomini in barca, ma ne siamo molto orgogliosi. 

03 – La mia impressione è stata che musica e testi siano stati scritti insieme ed hanno seguito un percorso ben definito. Mi raccontate il processo creativo che ha portato alla realizzazione di “Reinhold”? 
Il metodo compositivo utilizzato per REINHOLD era inedito per noi: dopo alcuni primi lavori nati dal basso verso l'alto, cioè componendo e arrangiando i singoli pezzi, volevamo raccontare una storia facendo sì che fosse lei a tenere uniti i brani. La scelta della lingua italiana, che nel genere di riferimento è rara, viene in realtà già da alcuni nostri lavori precedenti; i testi sono stati composti dalla nostra cantante Arianna, autrice dei cantati dall'inizio de Gli Alberi, e dal nostro chitarrista Matteo, che nel tempo libero e non solo è uno scrittore di racconti. Come tutti i prodotti artistici nati durante la pandemia, anche REINHOLD è una storia di risalita: il primo pezzo che abbiamo composto è Sulla vetta, che è a metà del disco ed è sicuramente la canzone più disperata assieme al pezzo immediatamente successivo, Aspettami. Il resto dell'album è a salire, sia in una direzione che nell'altra: questo processo non è stato voluto, ma il risultato finale è che, mentre fisicamente ci sono un'ascesa e una discesa, a livello di sensazioni il percorso è contrario, una specie di viaggio nell'oltretomba per poi uscirne rinati. Il disco finisce e Reinhold Messner nasce come alpinista di fama internazionale, noi usciamo trasformati dall'aver lavorato su questo progetto e speriamo e l'ascoltatore possa sentire un piccolo cambiamento in sé dopo aver sentito REINHOLD. 

04 – Quanto tempo avete impiegato per scriverlo? 
Il progetto concreto di scrivere il disco nasce a giugno 2020, durante una cena a casa di Giovanni, il nostro tastierista, in seguito alla quale abbiamo guardato tutti insieme il film Nanga Parbat, come per tracciare una linea di partenza con scritto “da qui non si torna indietro”. Le prime sedute di composizione erano nell'estate del 2020, le prove in sala dall'autunno successivo e la composizione è andata di pari passo con gli arrangiamenti fino a fine 2021. Ci siamo chiusi in studio di registrazione, il Mandala Studio di Federico Pianciola, a inizio 2022. 


05 – Qual è il brano che credete vi possa rappresentare al meglio? E perché? 
Ahia, questa è difficile. Anche se siamo legati a tutte le canzoni di REINHOLD, forse la più rappresentativa è Sulla vetta, per mille motivi. È la prima canzone del disco che abbiamo scritto. È la prima canzone metal de Gli Alberi, dopo il post rock dei nostri primi dischi. È un urlo disperato che veniva dalla pandemia del 2020, da quando eravamo al fondo, sia come Gli Alberi (venivamo da un periodo di stagnazione e di grossa difficoltà compositiva) che come persone, sia per la situazione generale della civiltà che per varie vicende personali di ciascuno di noi. Per noi rappresenta un punto di svolta significativo sia come Gli Alberi collettivamente che come artisti singolarmente che come esseri umani. È come dire “va bene, questo è il fondo. Da qui si risale”. 

06 – A me ha colpito molto “Aspettami” per la sua profondità e per la sua drammaticità, con un crescendo pazzesco. 
Credo che chi si voglia avvicinare a Gli Alberi debba necessariamente ascoltarla. Come è nato un brano così intenso? Ti ringraziamo per le parole e per la considerazione di un pezzo a cui siamo veramente molto affezionati. Il brano nasce già sapendo che sarà il fulcro di REINHOLD, l'episodio più tragico e discusso della carriera di Reinhold Messner: si parla della morte del fratello Günther, che sarà seppellito da una valanga mentre Reinhold riuscirà a salvarsi. Quando si parlava dei nostri pezzi, nei dischi precedenti, dicevamo sempre, quasi scherzosamente, per sottolineare quanto la leggerezza non sia mai stata una nostra qualità, “questo pezzo parla della morte” parlando di tutte le nostre canzoni. Questo pezzo ne parla davvero e, a nostro modo, abbiamo cercato di far sì che la canzone emanasse un'aura di sacralità: la morte è parte della vita ed è necessaria per rinascere, sia in ogni ciclo naturale che nella vicenda dei fratelli Messner, e volevamo che il pezzo suonasse come un inno sacro per questo rito di passaggio. Il ritmo lento vuole essere espressione di solennità e tutti i personaggi sono riuniti attorno a Günther e cantano per lui: Reinhold che riconosce la piccolezza dell'essere umano di fronte alla natura ammettendo “araldo di questa Terra, hai vinto”, il Nanga Parbat che urla e il Terzo Uomo, qui interpretato da un coro, che intona un inno ipnotico che sancisce l'ascesa all'Olimpo degli alpinisti sia di Reinhold che di Günther. Da parte sua, Günther, che in questo brano è muto, riesce solo a tornare a un richiamo antico, quello che riassume i suoi sentimenti nei confronti del fratello, quello che forse si dicevano da bambini nelle prime escursioni sulle Dolomiti: “aspettami”. 

07 – Avete avuto modo di contattare il leggendario alpinista per raccontargli la vostra idea? O avete avuto modo di fargli ascoltare il vostro album? 
Abbiamo scritto a mezzo social a Reinhold Messner non appena abbiamo avuto i pezzi in mano, sia annunciandogli il progetto (data la natura delicata di molti passaggi della vicenda) che mandandogli il disco da ascoltare in anteprima; non avendo ricevuto risposta, abbiamo scritto a tutte le sedi del Museo della Montagna, per ora senza esito. Rimaniamo fiduciosi e speriamo un giorno di poter parlare di REINHOLD con il diretto interessato. 

08 – A questo punto è giusto chi vi presentiate ai nostri lettori che saranno curiosi di sapere chi sono Gli Alberi… 
Gli Alberi suonano insieme da molti anni e si conoscono da ancora prima. Prima di REINHOLD abbiamo composto il singolo Salem, una demo rimasta senza titolo, l'EP River God nel 2015, l'album The Glimpse nel 2017 e i due singoli Kaiyo e Kore wa nan desu ka poco prima della pandemia. La nostra cantante Arianna e il nostro chitarrista e co-autore dei testi Matteo erano compagni delle superiori e dall'inizio del progetto suonano con il bassista Davide (presente in diversi altri progetti metal torinesi), mentre l'arrivo del tastierista Giovanni (coinvolto in altre band da altri retroterra musicali) è più recente. Le batterie in REINHOLD sono suonate da Daniele Varlonga in veste di turnista e ci terremmo a ringraziare le altre collaborazioni: grazie al cantautore Narratore Urbano, che interpreta Günther Messner in Noialtri, grazie ai coristi Daniela Ponza (compositrice della parte del coro), Mattia Macrì e Giulia Scozzafava che hanno rinforzato il coro in Aspettami, e soprattutto grazie a Federico Pianciola del Mandala Studio, che ha trasformato le nostre idee in un disco, seguendone tutte le parti della produzione. 

09 – Pensate che la strada intrapresa con Reinhold sarà percorsa anche per i prossimi passi della band? 
A tal proposito state già pensando o lavorando a del nuovo materiale? Ci piacerebbe sicuramente lavorare su altri concept album, data l'esperienza molto positiva di REINHOLD. Per quel che riguarda il nuovo materiale, a oggi non siamo ancora su nulla: portare in scena questo disco si è rivelato un compito molto complesso, dato che lo spettacolo oltre al concerto prevede proiezioni di filmati, intermezzi in prosa, un'esposizione degli acquerelli del pittore Simone Mostacci che fanno da grafiche al disco e interventi e piccole conferenze da parte del Club Alpino Italiano e di altre realtà. Prima di creare materiale nuovo vogliamo essere sicuri che lo spettacolo sia perfetto, ma di sicuro la voglia di comporre è sempre qui. 

10 – Di contro, come pensate di promuovervi? State pensando e pianificando delle date a supporto del disco? (A questo proposito se farete una data a Bologna e dintorni non dimenticate di contattarmi!) 
Siamo in contatto con diversi locali in Italia e con alcuni all'estero per portare in giro lo spettacolo di REINHOLD. Al momento abbiamo alcune date confermate, ma prima di annunciarle aspettiamo di avere un quadro più completo della situazione. Di sicuro per ora è avvenuto il release party, che ha avuto luogo allo storico Magazzino sul Po di Torino sabato 17 dicembre e in cui è stato suonato integralmente il disco. Sono stati con noi sul palco tutti coloro che hanno collaborato a REINHOLD, per portare in scena uno spettacolo crossmediale in cui crediamo molto. 

11 – Ho finito con le domande. Adesso lascio a voi l’ultima parola… 
Anzitutto ti ringraziamo sia per l'ascolto che per le domande che hai deciso di porci. Invitiamo chiunque potesse essere interessato a fare due chiacchiere con noi a contattarci, sperando di passare da più città possibili a portare questo spettacolo. Come gli altri artisti, rinnoviamo l'invito a seguire la musica live e ad ascoltare le novità: sia nel metal che in tutti gli altri generi in Italia c'è una quantità impressionante di gemme nascoste e basta grattare la superficie per trovarle. Il favore più grande che potete farci, però, è farvi ogni tanto una passeggiata in silenzio, che sia in un bosco, in montagna, tra i cespugli, su un bagnasciuga. L'uomo non conta niente e forse questa non è una cattiva notizia. 

Arianna, Davide, Giovanni, Matteo


Intervista a cura di John Preck

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