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Progressive rock opera: DOCKER'S GUILD (Intervista)


I Docker's Guild guidati dal polistrumentista Douglas Docker hanno realizzato un incredibile nuovo album di progressive rock/metal che risponde al titolo di "The Mystic Technocracy Season 2: The Age Of Entropy", con relativo concept. Non ci dilunghiamo oltre, leggete questa interessantissima intervista a questo grande artista!

1 - Ciao e benvenuto su Heavymetalmaniac.it. Parliamo del processo compositivo di questo nuovo "The Mystic Technocracy (Season II: The Age Of Entropy)"?
Ciao e grazie di ospitarmi su Heavy Metal Maniac! Generalmente, escludendo le covers o i brani estratti dalla musica classica, le mie composizioni nascono quasi sempre al pianoforte, per poi essere arrangiate in maniera molto dettagliata con Logic. Questo vale anche per i brani più heavy o più complessi come le suites. “Die Today” per esempio, il singolo principale e uno dei brani più heavy dell’album, è nata al pianoforte come brano acustico. Per quanto riguarda le suites, utilizzo due approcci, uno più “semplice” dove i vari movimenti sono in realtà brani scritti in momenti diversi, ma accomunati da un tema, e che vengono poi integrati nella suite. E’ il caso di “Heisenberg’s Uncertainty Principle”, che è composta da tre movimenti scritti in momenti molto distanti, ma tutti accomunati dal tema della perdita e della sofferenza. “Nocturne” fu scritta ed usata live nel 1993 per il mio assolo acustico ai tempi dei Biloxi. “Rings” è ancora più vecchia, è uno dei primissimi brani che io abbia mai scritto, nel 1986 quando avevo ancora solo 18 anni. L’avevo scritta per un amico a cui era stato diagnosticato un cancro, ma non riuscii mai a finirla e a scrivere il testo, ero troppo vicino alla sua malattia. L’ho finalmente rispolverata, scrivendo un testo nuovo di zecca e che parla proprio di quel tema drammatico, anche se riguarda un personaggio fittizio. “Lucy” invece è molto più recente, è uno degli ultimi brani scritti per l’album ed è molto autobiografica, narra di una vicenda che mi è realmente accaduta qualche anno fa. Il secondo approccio è molto più organico, con i vari movimenti che si susseguono e si intrecciano con vari temi, motivi e progressioni di accordi comuni per cercare un’unità stilistica e narrativa maggiore, un processo molto comune nella musica classica. E’ il caso della suite finale “Into the Dahr Cages”.

2 - La copertina di "The Mystic Technocracy (Season II: The Age Of Entropy)". Chi l'ha realizzata e cosa rappresenta precisamente?
Tutte le grafiche dei Docker’s Guild sono sempre state realizzate da Carl-André Beckston, che dopo anni riesce ogni volta a stupirmi sempre di più. Ha la capacità unica di entrare nella mia testa e di capire cosa vedo e di realizzarlo. Vista la natura multimediale e molto visiva del progetto, non è mai semplice ma lui si supera ogni volta. Per questo album abbiamo addirittura pubblicato uno storybook illustrato che narra in maniera dettagliata tutta la saga dal primo album ad oggi. Per quanto riguarda la copertina, raffigura Lucy Higgs, uno dei personaggi principali della storia. Rappresenta la sua corruzione da parte del folle Cardinale Berengar Yersinia. La copertina è farcita di simboli relativi ad ogni album e alle varie canzoni e temi affrontati, ma lascio ai fans il piacere di scoprirli 

3 - Quali sono le tue principali influenze musicali?
Le mie influenze musicali sono piuttosto varie, ma per quanto riguarda i Docker’s Guild, diciamo che si raggrupano in tre cateogire principali. La prima è il prog classico e anche un certo prog metal più moderno (Yes, ELP, i primi Dream Theater, ma anche Threshold e Amaranthe). Poi c’è una forte impronta AOR e melodic rock, soprattutto nelle tastiere e voci (Asia, Journey, ma anche Cheap Trick). Infine c’è una serie di influenze non proprio rock, ma per me molto importanti, come David Bowie, Duran Duran, i Rockets e Jean-Michel Jarre, e credo che siano proprio questi aspetti più ecclettici che caratterizzano il sound dei Docker’s Guild, rendendolo diverso da tutte le altre metal operas in voga oggi.


4 - Cosa pensi abbiano apportato, a livello di sound, i vari ospiti presenti nell'ultimo album e con che criteri sono stati scelti?
Tantissimo! I brani nascono come demo di preproduzione molto dettagliati, proprio per aiutare i vari ospiti e rendere il loro lavoro il più facile possibile. Ma ogni volta mi sorprendono, ognuno a modo suo, con miglioramenti, suggerimenti, o anche solo con la loro performance che può solo portare ad una qualità impossibile con i demo. Sono stati tutti straordinari. Per quanto riguarda la scelta, ogni album Docker’s Guild ha avuto un “tema” nella scelta degli ospiti. Per il primo album ho voluto scegliere principalmente alcuni dei miei idoli di gioventù del panorama AOR e melodic rock. Un po’ per togliermi una soddisfazione personale e un po’ per vedere cosa potevano dare in un contesto più complesso quale è il prog. Quindi ho fatto appello a cantanti come John Payne (Asia), Göran Edman (Malmsteen), Tony Mills (Shy), ecc. C’erano anche grandi musicisti come Gregg Bissonette (David Lee Roth), Jeff Watson (Night Ranger) e Guthrie Govan (Asia). Per il secondo album, ho voluto una formazione interamente femminile, con artiste quali Nita Strauss, Roxy Petrucci, Amanda Somerville, Elyze Ryd e molte altre. Per questo ultimo album invece ho optato per due gruppi di artisti, che si sono integrati alla perfezione. Il primo gruppo è costituito da guests internazionali della scena prog e metal contemporanea quali Anneke van Giersbergen, Amanda Somerville, Joel Hoekstra. Il secondo gruppo è invece costituito da validissimi musicisti della scena torinese. Ho sentito il bisogno di lavorare di più a stretto contatto con le persone in studio, ed è stata un’ottima scelta perché ci siamo divertiti e hanno tutti fatto un lavoro straordinario, allo stesso livello dei guests più blasonati. Bellissima esperienza!

5 - Spiegaci un po' come nasce un brano dei Docker's Guild!
Vi racconterò come è nata “The Arrow”, che ha avuto un percorso un po’ intricato e particolare. Scrissi il ritornello nel lontanissimo 1986, e aveva una strofa diversa. Il testo parlava di un vampiro. Non sono mai riuscito a farla suonare al mio gruppo dell’epoca, che la riteneva mediocre e quindi rimase nel cassetto. Verso il 2013, collaborai con Tony Mills (Shy, TNT) per il suo album “Over My Dead Body”, scrivendo due pezzi, arrangiandone altri due e cantando su un altro. Mi chiese di scrivere un altro brano per l’album successivo, così ripresi il ritornello dal brano del 1986 e ci scrissi una nuova strofa, aggiungendo anche un ponte e una coda. Il brano fu scartato e rimase lì ancora qualche anno. Decisi allora di usarlo per il nuovo album Docker’s Guild, e ironicamente chiesi a Tony di cantarla. Nel frattempo avevo scritto il nuovo testo. Dal titolo e dal tono della canzone, si può pensare a una ballad d’amore, invece “The Arrow” si riferisce alla Freccia del Tempo e al principio dell’Entropia, insomma parla di meccanica quantistica. Tony era molto entusiasta della cosa. Purtroppo nel frattmepo si ammalò di cancro al pancreas e morì poco dopo, non riuscendo a registrare il brano. Decisi allora di cantarlo io, cercando di fare del mio meglio, anche se eguagliare Tony era un’impresa impossibile. Era un caro amico e mi manca molto, e sono piuttosto orgoglioso del risultato ottenuto. Sul CD la canzone è dedicata a lui.

6 - Chi sono i Docker's Guild nella vita di tutti i giorni?
Beh, è complicato rispondere visto che ci sono moltissimi special guests. Posso rispondere per me, quando non faccio musica sono un grande appassionato di sci-fi, horror, storia e religione, leggo molto e guardo tantissimi film e serie TV. Poi ho il mio zoo casalingo, d’estate distruggo volentieri il giardino e mi piace molto viaggiare con mia moglie. Insomma, una vita più o meno normale, mentre i Docker’s Guild mi danno l’occasione di sfogare il mio lato più oscuro, contorto e tormentato. E’ un’ottima terapia!

7 - Parliamo di strumentazione. Vogliamo dare due cenni su cosa di solito usa ognuno di voi in studio e nei live?
Anche qui posso rispondere solo per me. Il mio strumento principale è un pianoforte a coda molto particolare. E’ un vecchio Bluthner a coda che ha più di un secolo di vita e che mi fu regalato dai nonni quando avevo otto anni e capirono che la musica era la mia strada. Ha la particolarità di avere quattro corde per nota nella parte acuta, invece delle solite tre. Tutte le parti di piano dell’album, e ce ne sono molte, sono state registrate lì. In cantina invece ho lo studio di registrazione. Molti degli arrangiamenti nascono su Logic con tutta una serie di plug-ins, tra cui Arturia, Komplete, quelli interni di Logic, ma uso anche spesso vari synth analogici che mi sono rimasti dai bei tempi, per esempio un JX-3P della Roland, un CS15 della Yamaha, un Super JV della Roland. Ho anche un Theremin e vari altri giocattoli tipo lo Stylophone, che spero di usare nei prossimi album!

8 - A te le ultime parole Douglas! Un saluto da parte nostra!
Un grande grazie per avermi ospitato su Heavy Metal Maniac, e un caro saluto a tutti i lettori e ai fans dei Docker’s Guild. Seguiteci sui social dove potrete scoprire una storia di fantascienza veramente avvincente, corredata, almeno spero, da ottima musica!


Intervista a cura di Sonia Wild

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